Le letture della VIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Nel Vangelo di domenica scorsa, Gesù ci aveva invitato ad avere un “metro di misura eccedente”, come quello che ha nel cuore il Padre misericordioso.
“Può forse un cieco guidare un altro cieco?”
Oggi Gesù continua il suo insegnamento con un esempio che viene a toccarci nella nostra presunzione: siamo molto (troppo?) sicuri di noi stessi, ma non abbiamo acquisito la capacità di guardare agli altri con la stessa misericordia che il Padre, in Gesù, ha verso di noi; siamo sempre pronti a dare giudizi e a dispensare consigli; facciamo fatica a esaminare noi stessi in profondità.
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”
Sta per iniziare la Quaresima: potrebbe essere tempo propizio per ritornare a guardare in profondità dentro noi stessi e a riscoprire quello che c’è nel nostro cuore. Diventiamo ciechi quando non guardiamo più nel nostro cuore; forse questo è anche il motivo che ci tiene lontani dall’esperienza della Grazia.
L’immagine del setaccio (prima lettura) ci rimanda al gesto che libera i chicchi di grano dalle impurità, lasciando perdere quello che non serve e conservando solo quello che diventerà ingrediente prezioso, capace di produrre qualcosa di buono e capace di sfamare; ci ricorda anche l’esperienza dei cercatori d’oro. Dentro di noi si sono depositati pensieri, sentimenti, scelte; sono lì alla rinfusa, a volte poco riconoscibili, sepolti in profondità: attendono questo setaccio che è la Parola di Dio e il suo sguardo misericordioso.
La fornace (prima lettura) è un’immagine ugualmente efficace, forse un po’ più temibile: purifica dalle scorie; mette alla prova il “vaso di argilla” che è la nostra vita, per verificare che possa resistere.
L’immagine dell’albero (prima lettura e vangelo) riporta in evidenza il legame profondo tra l’intenzione (il cuore) e i comportamenti. Quali intenzioni nutro dentro di me? Prima o poi tutto quello che conserviamo dentro di noi si rivela: nelle parole e nelle azioni. Talvolta ci riscopriamo pieni di pensieri che vanno in ordine sparso, senza un senso che li accomuni: come una camera in disordine perché affollata di troppe cose. Diventa difficile e complicato cercare quello che serve veramente ed eliminare quello che non serve (o è addirittura negativo!) per il bene della nostra vita.
La Quaresima ci addita, a questo proposito, la via della sobrietà. Un Padre del deserto scriveva: La sobrietà è una sentinella immobile e costante dello spirito: sta sulla porta del cuore per discernere diligentemente i pensieri che si presentano e ascoltare i loro progetti”. Se ci accorgiamo che nella nostra vita nascono frutti che non hanno un sapore buono, sarebbe utile andare a vedere cosa li ha prodotti.
Buona Quaresima, perché sia una buona Pasqua!