XI Domenica del Tempo Ordinario (16/6/2024)


XI Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XI Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“E’ bello rendere grazie al Signore” (salmo)

La Parola che abbiamo ascoltato ci ha indicato il motivo per “rendere grazie al Signore”: è il regno di Dio, questa sua volontà piena di misericordia, di pazienza, di amore; volontà di Alleanza, di far nascere e rinascere, guarire e rafforzare il rapporto tra Lui e noi, tra la sua vita e la nostra.

“Io prenderò un ramoscello dalla cima del cedro, lo pianterò, metterà radici, diventerà un cedro magnifico” (prima lettura)

Dio incarica il profeta Ezechiele di annunciare al popolo di Israele la rinascita dell’Alleanza e della vita: il popolo aveva distrutto questo rapporto abbandonando la fede e venendo meno all’Alleanza; l’esilio è il segno doloroso di questa morte, ma Dio annuncia vita nuova.

“Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme” (vangelo)

Servendosi di immagini allora quotidiane, Gesù apre una finestra sul mistero di Dio in rapporto alla nostra vicenda umana, abitata dalla presenza nascosta di Dio: egli è in noi e per noi come è la vita nel seme.

Il regno di Dio, dunque, non è frutto della nostra azione umana, neppure della programmazione e dell’attività pastorale della Chiesa. Noi possiamo (dobbiamo!) solo predisporre la nostra vita ad accogliere il seme; ci è affidata la responsabilità del gesto iniziale: annunciare il vangelo del regno di Dio.

“Il seme germoglia e cresce; il terreno produce spontaneamente” (vangelo)

“Spontaneamente” non significa autonomamente e automaticamente; significa per forza propria: quella che il seme ha dentro di sé, quella che è propria di Dio; è la grazia che Dio dona all’umanità affidandola alla Chiesa, affinché la faccia giungere agli uomini con la Parola e i Sacramenti. Il problema (serio!) siamo noi: siamo recalcitranti, siamo capricciosi; costringiamo Dio a procedere a zigzag per poterci incontrare, a rallentare la sua azione di grazia per attenderci con pazienza e amore. Siamo addirittura così superficiali che ritardiamo la venuta del regno di Dio con le nostre scelte di vita e intanto gli diciamo nella preghiera di affrettare la sua venuta (“venga il tuo regno”).

Oggi Gesù ci dice: “Comincia almeno a credere che l’esito finale della tua vita, la sua riuscita, non dipendono solo da te”.