Le letture della XIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Canterò per sempre l’amore del Signore” (salmo)
Il titolo che possiamo dare alla riflessione di oggi è “Accoglienza: di Dio e del prossimo”. Accogliere Dio, accogliendo la Parola di Dio (“un profeta perché è un profeta”) e accogliendo Gesù (“chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”) (vangelo).
“Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (seconda lettura)
La fede cristiana è amore personale per Gesù; nasce immergendo la nostra vita nel mistero del suo amore pasquale (Battesimo).
“Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà; chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (vangelo)
Per un battezzato non ci possono essere compromessi possibili (almeno nelle intenzioni!): la vita o la si dona, o la si trattiene per sé.
C’è un modo diffuso di “perdere la propria vita”: tenersela ben stretta, pensare solo a se stessi, avere cura unicamente dei propri interessi. Spremere dalla vita il massimo delle sue energie (fisiche e morali) per ottenere successo, soddisfazioni, ricchezze. Alla fine, cosa resterà di tutto questo per noi e per gli altri?
Secondo Gesù, salvare la vita è scegliere di vivere per quello che le dà valore vero: liberarsi dal desiderio (che è solo illusione!) di “possedere” la propria vita; diventare capaci di prendersi cura degli altri. Non è facile per noi comprendere questo: occorre fidarsi del Signore e della sua Parola; occorre “seguire Gesù come discepoli”.
“Chi non mi segue, non è degno di me” (vangelo)
Essere “degni di Gesù”non significa rinunciare buttando via; significa mettere ordine nei nostri affetti. Certo: all’inizio c’è un bivio radicale, ma fare dono di sé e della propria vita non è necessariamente e sempre legato a gesti eroici (anche se la testimonianza dei santi può aiutarci e ne abbiamo sempre bisogno!). Fare dono di sé prende forma nell’impegno consueto e quotidiano di attenzione agli altri. Dobbiamo imparare l’atteggiamento dei “piccoli” che si lasciano condurre. Quella del Vangelo di oggi è una prospettiva (un modo di guardare alla vita) esigente, ma liberante.
“L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia” (prima lettura)
Quando siamo accoglienti verso Dio e il prossimo, la nostra vita smette (in tutti i sensi!) di essere condannata alla sterilità e diventa feconda: come quella della “donna di Sunem” che accoglie Eliseo.