XIII Domenica del Tempo Ordinario (26/6/2022)


XIII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Sei tu, Signore, l’unico mio bene” (salmo)
“Ti seguirò dovunque tu vada” (vangelo)

Due affermazioni molto impegnative, quelle con le quali oggi la Parola di Dio ci chiama a confrontarci; anche perché hanno a che fare con un Gesùche “prende la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”, verso la sua Pasqua di Morte e Risurrezione.

Vale forse la pena di ricordare che, nel Vangelo di Luca, Gesù non avrà ripensamenti: i suoi tre anni di “vita pubblica” saranno tutti racchiusi in un unico viaggio verso Gerusalemme; ma per farlo, Gesù “indurisce il suo volto”, cioè diventa concentrato e fermo nella sua scelta.

Fa la stessa cosa Eliseo, per rispondere alla chiamata che Dio gli rivolge attraverso il profeta Elia: brucia il giogo che gli serviva per il suo lavoro, taglia i ponti alle sue spalle; fa una scelta definitiva per la sua vita (prima lettura).

Non appaiono altrettanto decisi i tre che vorrebbero seguire Gesù (vangelo).

Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne (seconda lettura).

Anche S. Polo ci conferma quanto sia forte per tutti noi la tentazione di “tornare indietro” (o di neanche partire?) dopo l’esperienza pasquale del Battesimo.

Forse vale la pena di ricordare che l’espressione “la carne e i suoi desideri” fa riferimentosemplicemente a una vita impostata secondo criteri puramente terreni, senza riferimento alla fede propria del battezzato:non ha necessariamente a che fare con qualcosa di disdicevole o di particolarmente inaccettabile riguardo alla sessualità.

Anche questo, purtroppo: al punto che (è storia di questi giorni) la riproposta (in occasione della Giornata della famiglia) di una riflessione della Chiesa sul matrimonio, sulla famiglia e sulla vita di coppia è diventata oggetto di derisione e di attacchi sconsiderati; come se non fosse fin troppo evidente la crisi profonda che travaglia questa fondamentale esperienza della vita umana: conseguenza tragica di un “ragionare secondo la carne” sulla vita umana.

Anche l’esperienza della guerra (stavolta più vicina a noi, almeno nelle sue conseguenze) è segno di un’umanità che “cammina secondo la carne” e conduce a “mordersi e divorarsi a vicenda”, a “distruggersi gli uni gli altri” (seconda lettura).

Gesù “indurisce il suo volto” per decidere di rispondere a una domanda fondamentale per ciascuno di noi: “Per chi sono io?”; è per rispondere a questa domanda che va a Gerusalemme.

Gesù chiede anche a noi di “indurire il nostro volto” (umano e spirituale) per decidere riguardo al nostro seguirlo come discepoli. Sapete: il verbo “decidere” è parente stretto del verbo “tagliare”; solo tagliando (potando se stessi) si diventa adulti. Forse è per questo che anche a noi (come ai Samaritani del Vangelo) capita di “non voler ricevere Gesù” (vangelo). Forse è per questo che soffriamo tanto quando dobbiamo rischiare di sentirci rifiutati, pur di non venire meno al nostro compito di educatori.

“O Padre, che in Gesù maestro indichi la via della croce come sentiero di vita, fa’ che, mossi dal tuo Spirito, lo seguiamo con libertà e fermezza, senza nulla anteporre all’amore per lui”. (colletta)