XIII Domenica del Tempo Ordinario (28/06/2020)


XIII Domenica del Tempo Ordinario

NOTA: Le letture della XIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili cliccando qui, in formato stampabile per chi desiderasse seguire la messa in diretta.

Rileggendola, mi rendo conto che la riflessione risulta pesante (come una lezione!) e difficile da seguire; ma, forse, gran parte della difficoltà nasce dal fatto che con la nostra vita ci siamo allontanati troppo dalla vita sacramentale. Abbiate pazienza!

Il brano che abbiamo ascoltato in questa domenica conclude il capitolo 10 del Vangelo secondo Matteo: la missione agli apostoli (“annunciate che il Regno dei cieli è vicino”; “vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”; “non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo”).

“Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me”

Di nuovo il linguaggio di Gesù è duro, difficile da capire, prima ancora che da accogliere. È in gioco una relazione fondamentale nel dare senso alla nostra vita umana: la famiglia (lo è stata in passato; forse non lo è più, almeno nei medesimi termini in cui l’abbiamo sperimentata). Gesù non intende mettere in discussione l’importanza dei rapporti familiari; dice, però, con forza: “C’è un amore che può e deve mettere ordine in tutti gli altri, diventando punto di riferimento per “leggere” ogni nostra esperienza umana”. Questo amore è Lui, il Signore, che chiede di raggiungere il centro del nostro cuore per dare un volto nuovo alla nostra vita.

Vita naturale e vita soprannaturale

Forse non abbiamo abbastanza chiara e radicata nella mente e nel cuore la qualità della vita che ci è donata da Dio e nasce col Battesimo. Nel passato la distinzione tra vita naturale e soprannaturale era abituale e forse eccessiva: non ha senso una vita soprannaturale che non metta radici dentro una vita umana naturale; saremmo angeli (ma non lo siamo!). D’altra parte non possiamo ridurre semplicemente la vita soprannaturale a un aspetto della vita naturale, da “dosare” a nostro piacimento (“quanto basta”, come nelle ricette di cucina!), per rendere più “gustosa la vita naturale, pensata e costruita secondo criteri nostri. Visto l’argomento scelto da Gesù nel Vangelo, mi viene spontanea una domanda, tanto per evidenziare l’equivoco che (a me sembra!) sta accompagnando (e segnando dolorosamente!) la vita dei battezzati: per un battezzato ha senso costruire la propria vita sui rapporti familiari (“mettere su famiglia”) senza porre alla base, come fondamento, il sacramento del matrimonio? La risposta giusta è “no, non ha senso”; ma la stragrande maggioranza dei battezzati sceglie la risposta sbagliata e risponde “sì, è possibile”.
In questo modo, per scelta, la vita naturale non ha più nulla a che fare con la vita soprannaturale
nata dal Battesimo. Così noi cristiani non riusciamo più a capire e accogliere la parola di Gesù Maestro (come quella di oggi) e a rispondere con la vita alla missione a cui il Signore ci chiama.
Per la verità, ne fanno le spese anche le possibili capacità di relazione secondo la natura umana all’interno dei rapporti familiari. Papa Francesco, nella Esortazione Apostolica sull’amore e sulla famiglia (“Amoris laetitia” cap. 4), traccia un percorso in cui la coppia umana, accompagnata dalla grazia del sacramento del matrimonio, diventa capace di esprimere una relazione nuova, secondo Dio.

Tornando al Vangelo di oggi: non si tratta di non amare i genitori o i figli per dedicarsi ad amare Gesù. Gesù ci chiede di coltivare la relazione con Lui così profondamente da imparare a costruire relazioni tra noi secondo il modo di amare di Dio: in Dio la relazione è dono di sé; al centro non ci sono più io. Forse così abbiamo la possibilità di capire anche le altre frasi del Vangelo: “prendere la croce”; “perdere o trovare la propria vita”.

Concludo tornando alla “missione”. Si parte in missione solo quando si è scoperto e fatto proprio un orizzonte che si dischiude, per grazia di Dio, nella relazione con Lui. Una missione particolare, bellissima e urgentissima, è quella di ogni coppia di battezzati, chiamata e inviata a vivere il dono della relazione umana nel matrimonio, secondo la logica del vangelo che abbiamo ascoltato oggi.

Preghiamo perché il Signore accompagni con il suo amore e la sua grazia tutte le famiglie della nostra comunità.