Le letture della XIV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Molti, ascoltandolo, rimanevano stupiti e dicevano: Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data?”
Quello degli abitanti di Nazareth non è uno stupore gioioso, positivo; per loro è un problema tenere insieme i gesti (miracoli) e la sapienza di Gesù con l’umiltà delle sue origini umane. Conoscono Gesù, ma non lo riconoscono per quello che è; i prodigi che Gesù ha già compiuto e il fatto che abbia già discepoli che lo seguono, invece di accompagnarli a riconoscere in Lui “il regno di Dio” (Dio che si è fatto Uomo), diventano per loro motivo di scandalo, ostacolo per la loro fede. Hanno già deciso che Dio non può essere così come si rivela in Gesù: rifiutano che Dio possa essere così diverso da come lo pensavano loro, al punto di incarnarsi; in realtà non vogliono che Dio, incarnandosi, venga a toccare e a chiedere di cambiare la concretezza della loro vita umana, la sua quotidianità, le loro scelte di vita.
E’ più comodo credere in un Dio astratto, distante, che si accontenta di un po’ di culto e non si immischia nelle scelte della nostra vita: un Dio che stia lontano dalla vita, dai problemi; se mai che intervenga quando, come e dove gli diciamo noi, con i suoi “effetti speciali”, con i suoi miracoli. E’ il tentativo di “addomesticare Dio, addomesticando Gesù”.
Non possiamo neppure stupirci troppo degli abitanti di Nazareth, vero? Non è forse un po’ così anche per noi, “compaesani di Gesù” a partire dal Battesimo? Non ci è familiare la reazione di chi (anche con ruoli pubblici istituzionali) afferma pubblicamente “La Chiesa pensi a salvare le anime!”, chiedendo ai fratelli di Battesimo di “restare in sacrestia” con la propria fede? Uno scrittore francese diceva a questo proposito; “Camminano nei giardini della Grazia con una brutalità terrificante”.
“E non poteva compiere prodigi. E si meravigliava della loro incredulità”
Incredulità: non riconoscendo l’umanità di Dio che si rivela in Gesù, la fede viene meno e muore! L’incredulità è l’unico grosso ostacolo che Gesù non può e non vuole superare di forza: attende la fede!
“O Padre, vinci l’incredulità dei nostri cuori, perché riconosciamo la tua gloria nell’umiliazione del tuo Figlio” (colletta)