XIX Domenica del Tempo Ordinario (11/8/2024)


XIX Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XIV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Io sono il pane della vita” (vangelo)

Il discorso sul “Pane di vita” che ascoltiamo in queste domeniche è la risposta di Gesù all’ ”equivoco” che si è ingenerato nella folla, sfamata e saziata con il “segno della condivisione” del pane. 

L’equivoco è conseguenza del non aver compreso il segno: pur di avere pane per nutrire il corpo, la folla è disposta ad eleggere Gesù come re; avviene per la folla quello che è già avvenuto per il popolo liberato dalla schiavitù in Egitto. 

La stessa cosa avviene anche per noi: siamo disposti a far crescere in noi “un cuore da schiavi”, a barattare la nostra libertà di figli di Dio per garantirci le cose materiali, a cercare qualcuno che ci liberi dal peso della libertà e della responsabilità di faticare giorno per giorno a dare senso (saziare) alla nostra vita.

In altre parole: meglio essere schiavi saziati, o figli affamati? Meglio rincorrere “un pane qualsiasi”, o accogliere Gesù come “il pane”?

Solo lui dà anima alla nostra vita, ci perdona dal male, ci fa sentire amati sempre e comunque, ci dà la forza di amare e di perdonare, dona pace al nostro cuore, dà la vita quando la nostra vita terrena finisce.

“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (vangelo) “Il Verbo si è fatto carne” “Per opera dello Spirito Santo si è incarnato”.

Gesù non ci dona “qualcosa”. La sua carne è l’anima delle sua vita; è ciò che lui ha scelto liberamente di essere, per l’umanità (ciascuno di noi) e con l’umanità. Solo chi ha scelto di “farsi carne per amore” può dare se stesso come “pane per la vita del mondo”.

“I Giudei si misero a mormorare contro Gesù” (vangelo)Gustate e vedete com’è buono il Signore” (salmo)

Il problema è sempre il solito (Vangelo di Marco un mese fa): non riusciamo a capire come mai Dio si sia scomodato per noi, fino a farsi uomo gratuitamente, per amore. Infatti si chiama “Grazia”!

“Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”

Forse è proprio questo che ci manca: essere attratti da Dio.

Mi innervosisce sempre un po’ sentire adulti che dicono: “I bambini a Messa si annoiano”. Ma noi adulti siamo attratti dalla Messa? O abbiamo bisogno di motivazioni speciali? O non ci bastano più neanche le motivazioni speciali? O “il pane” (Gesù) deve affrontare sempre e perdere spesso la battaglia con “qualsiasi altro pane”?

Il Padre che ci ha raggiunto nel Figlio fatto Uomo per opera dello Spirito Santo può riuscire ad attrarci a sé e trasformarsi in Grazia per la nostra vita, solo se noi gli andiamo incontro cercando risposte per la nostra vita: risposte che non siano sempre e soltanto quelle ai bisogni materiali.Vi consiglio di portare a casa il foglietto della Messa e di rileggere con calma l’esperienza del profeta Elia (prima lettura).