Le letture della XIX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Dopo che la folla ebbe mangiato” (vangelo)
Gesù aveva appena sfamato la folla, moltiplicando il pane per tutti. E’ uno dei “segni” più evidenti ed efficaci di cosa significhi “regno dei cieli”: Dio che interviene a salvare, a riportare vita per l’umanità che altrimenti va verso la morte.
Non so a voi, ma a me vengono i brividi a pensare quanta parte dell’umanità muore di fame: fisicamente, moralmente, spiritualmente.
“Costrinse i discepoli a salire sulla barca” (vangelo)
“Salì sul monte, in disparte, a pregare” (vangelo)
Gesù lo sa: gli apostoli, invece di capire e accogliere “il segno” dei pani, erano concentrati sul “miracolo”; erano fuorviati dal successo. Gesù li costringe a una traversata del mare, fatta di notte e da soli, senza di lui, nella tempesta: eventi sproporzionati alle loro poche risorse.
“La barca era agitata dalle onde: il vento era contrario… furono sconvolti e gridarono dalla paura” (vangelo)
La paura prende il sopravvento; il ricordo di quello che Dio ha già fatto e continua a fare svanisce. Capita la stessa cosa anche al profeta Elia (prima lettura)
“Coraggio, sono io, non abbiate paura… Signore, salvami” (vangelo)
Da che cosa? Dal mio modo di vedere la realtà, il valore delle cose e della vita. Dal mio desiderio di contare solo su di me e sulle mie capacità. Dal mio rifiuto a confrontarmi con la realtà, perché è diversa da come la vorrei (tempesta).
“Vieni!” (vangelo)
Abbi fede: fidati! Non puntare “tutto e solo” sulla tua esperienza e sulle tue capacità, come se fosse lì l’unica possibilità di salvarti.
“Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”
La fiducia si alimenta nel ricordo dell’amore che abbiamo già ricevuto, nella convinzione certa e radicata che Dio è fedele. Nei momenti di incertezza e di sconfitta, la fiducia si nutre di memoria. Che motivi conserviamo, nella mente e nel cuore, per fidarci del Signore e affidarci a Lui?
Chiediamo la grazia di imparare a pregare: non solo per chiedere, ma anche per tenere viva la memoria dell’amore con cui Dio accompagna la nostra vita.
“Donaci, Signore, un cuore che ascolta” (colletta)
“Mostraci, Signore, la tua misericordia” (salmo)