XIX Domenica del Tempo Ordinario (7/8/2022)


XIX Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XIX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“La notte della liberazione” (prima lettura)
“Beato il popolo scelto dal Signore”
(salmo responsoriale)

Il Libro della Sapienza, nel tempo terribile della persecuzione, fa riferimento alla notte della liberazione dalla schiavitù in Egitto: la notte della Pasqua in cui Dio è passato e ha liberato il suo popolo.

La riflessione di oggi parlerà molto del “buio”, della “notte che stiamo attraversando”. Sarà bene dire subito e non dimenticare quello che dice Gesù nel Vangelo: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto dare a voi il Regno”.

La storia umana, purtroppo, continua ad attraversare la notte; anche in questi anni, anche in questi mesi, abbiamo la sensazione di attraversare una notte che sembra sempre più buia: siamo in attesa di una liberazione. E’ una verità che tocca la nostra vita a livello storico, sociale, politico, economico: le persone della mia età hanno sentito raccontare le vicende tragiche di una prima guerra mondiale, del periodo della dittatura, di una seconda guerra mondiale; abbiamo sotto gli occhi e nel cuore il buio di una terza guerra mondiale “a pezzetti” (come dice Papa Francesco); ci sentiamo ancora immersi (dovremmo, almeno!) nel buio di una pandemia.

Siamo nella notte: fatichiamo a renderci conto di dove stiamo andando; non riconosciamo più il valore della vita umana, nostra e degli altri; nel buio, ogni sagoma che intravediamo è considerata un pericolo da cui difendersi.

Rischiamo che questa notte diventi tempo della disperazione.

“Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese” (vang.)
“Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”
(vangelo)

La Parola di Dio oggi ci dice che noi cristiani siamo chiamati a vegliare, come una sentinella che deve custodire la città, come un servo che deve conservare e amministrare i beni, in attesa del padrone che ritorna.

Se la candela del Battesimo è ancora accesa, dopo aver preso vita e luce dalla Pasqua di Gesù (Cero pasquale), allora anche nella notte possiamo comprendere meglio da che parte sta il nostro cuore: se abbiamo ancora motivi di speranza; se, come Abramo (seconda lettura), crediamo ancora alla promessa (il Regno) che Dio Padre ci ha fatto nel Figlio e continua a rinnovare per opera dello Spirito Santo; se davvero conserviamo nel cuore un tesoro da custodire.

Ma se (al contrario) pensiamo che in fondo quelle legate alla fede siano cose di poco conto, quisquilie, o addirittura favole per bambini (o più neanche per loro)? Allora la domanda è: La riconosciamo questa notte che stiamo attraversando? Come la stiamo vivendo? Qual è il tesoro a cui è attaccato il nostro cuore?

Capite in che modo vengono a intrecciarsi una riflessione sugli aspetti sociali, politici, economici della nostra vita e la riflessione sulla nostra fede?

“Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (vangelo)

Avete mai pensato quanto può essere difficile oggi per un prete sentirsi “pastore di un gregge sempre più piccolo”? Avere la sensazione che il cuore dei battezzati sia altrove? Sentirsi immerso anche lui nel buio profondo della notte, fino a non riuscire più a capire da che parte prendere il gregge, in che direzione condurlo?

“Per fede, Abramo… per fede, Sara” (seconda lettura)

Quanto bisogno di una fede simile a quella di Abramo e Sara! Una fede capace di resistere alla notte del mondo, fidandosi del fatto che Dio continua a stare sveglio; ricordandoci, però, che ci chiede di attendere e preparare il suo ritorno.

Si tratta di continuare a “servire” e a sentire la “responsabilità di amministrare” il tesoro che abbiamo ricevuto, donandolo ad altri. Oggi viviamo anche la notte della responsabilità: a livello umano e a livello di fede.  Ma qui si aprirebbe un’altra “voragine” su cui riflettere.