Le letture della XV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Un prete è tentato di pensare che il brano di vangelo proposto questa domenica sia conosciuto da tutti. Poi, ogni tanto, si ricorda di quel canto popolare che dice: “Sapevo il Credo ed ora l’ho scordato. Non sapendo più l’Ave Maria, come potrò salvar l’anima mia?”.
“Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (vangelo)
“Chi è il mio prossimo?” (vangelo)
Ci sono domande particolarmente adatte a rivelare quello che passa nel nostro cuore: domande che mostrano quanto siamo, in realtà, interessati solo a noi stessi; domande che tradiscono il nostro bisogno di essere rassicurati; domande che dicono come, in realtà, non stiamo veramente cercando delle risposte. Non sono le domande giuste.
Allora, come in questo caso, la Parola di Dio ci dice: “Prova a cambiare la tua domanda; prova a chiederti quanto sei disposto a rimetterti in gioco per una relazione (con Dio e con il prossimo) che cambi la tua vita. Prova a chiederti non <chi è prossimo a me?>, ma <a chi sono disposto a farmi prossimo, di chi sono disposto a prendermi cura?>.
Il titolo per le letture di oggi, allora, potrebbe essere “la prossimità”. La prima lettura ci parla della Parola di Dio (di Dio stesso!) che si è fatta vicina, si è resa accessibile per noi, per essere praticabile da noi. Nel vangelo Gesù si identifica nel Samaritano che va vicino a chi è nel bisogno con la propria vita. In tutti e due i casi “la via della vita” passa attraverso l’osservanza della Legge di Dio e del duplice Comandamento dell’amore.
È una questione di umanità: in gioco c’è il vivere da persone umane, oppure no. Se c’è un elemento che accomuna tutto il genere umano, infatti, è senz’altro la nostra vulnerabilità: siamo tutti esposti a essere in qualche modo feriti dalla vita; abbiamo tutti bisogno, prima o poi, di essere accuditi e salvati.
Tutti noi abbiamo la capacità di rileggere situazioni che, nel bene e nel male, contraddistinguono questo nostro tempo e che ci interpellano: il tragico fenomeno delle migrazioni, l’impostazione dell’economia mondiale, le situazioni provocate dalle guerre, la pandemia. Sono tutte situazioni nelle quali emergono generosità e capacità di fraternità commoventi, ma anche cattiverie e crudeltà (nelle parole e nei fatti) impensabili e inaccettabili.
La verità di fondo che riguarda ciascuno di noi, anche in questo nostro tempo, manifesta con chiarezza la necessità di liberarci da paure e freddezze che minano il nostro atteggiamento nei confronti della vita: aggressività, presa di distanza, rassegnazione, auto-distruttività.
Si rivela, urgente e prepotente, il bisogno di “cambiare strada”, come ha fatto il buon Samaritano Gesù nei nostri confronti.
“Donaci un cuore capace di misericordia, affinché, a immagine del tuo Figlio, ci prendiamo cura dei fratelli che sono nel bisogno e nella sofferenza” (colletta)