Le letture dell’XV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli”
La prima lettura (profeta Amos) e il vangelo (i Dodici) attirano la nostra attenzione sul tema della chiamata/missione. Riguarda direttamente ciascuno di noi, in quanto battezzati.
Il Vangelo secondo Marco aveva già raccontato (cap. 3) una prima chiamata/missione dei discepoli; viene da pensare che, in quella prima occasione, qualcosa non sia andato secondo le intenzioni di Gesù: forse gli apostoli facevano fatica a capire il senso della missione e la portata universale dell’annuncio di Gesù. Il problema, dunque, riguarda il “come”, il modo di andare in missione.
L’espressione “chiamò a sé” non riguarda tanto una vicinanza fisica degli apostoli con Gesù: quella c’era già; riguarda piuttosto il lasciarsi coinvolgere nel “modo” con cui Gesù porta avanti la missione ricevuta dal Padre: è necessario entrare insieme con Gesù nella comunione con il Padre, scoprirsi coinvolti nel flusso di amore tra il Padre e il Figlio.
A questo proposito vi invito a rileggere la stupenda 2°lettura di oggi, anche se non posso fermarmi a commentarla.
“Dava loro potere sugli spiriti impuri”
Si tratta di lottare contro tutto ciò che offusca la dignità della persona umana: in questo consiste la salvezza; per questo il Figlio si è fatto Uomo, inviato dal Padre.
Il “lieto annuncio” del Vangelo deve liberare gli uomini dallo spirito di cattiveria, di violenza, di ciò che crea dissociazione e devianza nei rapporti; deve far riscoprire agli uomini la propria natura di figli di Dio, quella descritta da S. Paolo nella Lettera ai cristiani di Efeso (2° lett.).
“Ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone… ma di calzare i sandali”
Gesù ricorda agli apostoli (e a noi!) il bastone di Mosè: quello attraverso il quale Dio, durante l’Esodo dalla schiavitù, ha operato la salvezza del popolo di Israele; è la grazia di Dio che opera in Gesù e in coloro che Egli manda in missione.
La forza dell’annuncio non risiede nel dispiegamento di mezzi materiali: sono necessari, ma non fondamentali; il vero fondamento della nostra esistenza è la comunione con Gesù; l’unico “pane” necessario è Gesù; la vita non ce la garantiamo da soli: la riceviamo in dono.
I “sandali” ci ricordano che siamo pellegrini, in cammino verso una meta mai raggiunta in modo definitivo.
“Non portare due tuniche”
L’unica tunica necessaria è quella che abbiamo ricevuto nel giorno del Battesimo: ci ha “rivestiti di Cristo”.
“Se in qualche luogo non vi accogliessero…”
Può accadere di non essere accolti (oh, se può accadere!). La missione ha bisogno di incontrare cuori aperti e accoglienza: è il primo necessario passo. Gesù chiede accoglienza dall’inizio alla fine della sua vita terrena; però, come sappiamo, “venne tra i suoi e i suoi non l’hanno accolto”.
E, da ultimo: “Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi”.
Riguardo a questa espressione si può pensare a due interpretazioni: la prima, per affermare che non si vuole avere più nulla a che fare con chi ci ha rifiutato; la seconda (secondo me più bella, anche se più difficile!), per fare come Gesù: non conservare memoria della mancata accoglienza.