Le letture dell’XVI Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Gli apostoli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato”
Anche nel vangelo di questa domenica riappare un equivoco di fondo. Gesù non aveva inviato gli apostoli a insegnare; li aveva “mandati a due a due” a testimoniare, mostrando in che modo un discepolo vive il suo “stare in comunione” con il Maestro Gesù. Per gli apostoli, insegnare è ancora prematuro e impossibile: devono ancora accettare e vivere l’esperienza della Pasqua. Poco più avanti (cap. 8) troveremmo i discepoli decisi a rifiutare l’annuncio di Gesù e la sua scelta riguardo “l’essere Salvatore” (Passione, Morte e Risurrezione): i discepoli non possono predicare quello che intendono rifiutare.
“Si mise a insegnare loro molte cose”
Gesù sì: Lui (il Maestro) può insegnare, perché ha accettato e sta vivendo la missione che il Padre gli ha affidato.
“Venite in disparte, riposatevi”
I Dodici hanno bisogno di stare con Gesù e di ritrovare motivazioni ed energie spirituali. Ognuno di noi, come i discepoli, ha bisogno di ri-posare (posare di nuovo) il cuore, stando insieme con Gesù, in comunione con Dio; ha bisogno di riscoprire il suo essere discepolo (non maestro che insegna!) e di imparare ancora, durante tutto il tempo della sua vita terrena. La nostra vita spirituale di battezzati rischia sempre di spegnersi, quando smettiamo di ascoltare la Parola e quando smettiamo di conservare come centro di riferimento la persona di Gesù.
Nella Lettera agli Ebrei c’è un’espressione bellissima che parla della nostra pasqua definitiva (morte/vita eterna): “entrare nel riposo di Dio”: ci aiuta anche a capire il vero significato della preghiera cristiana per i defunti (“L’eterno riposo”).
Saper riposare in Gesù, allora, significa instaurare una relazione stabile, definitiva, fondante tra la nostra vita e Dio: allora emerge e si scopre la verità della nostra vita terrena; allora recuperiamo la capacità di distinguere quello che è essenziale da quello che è provvisorio.
“Vide una grande folla…ebbe compassione di loro”
La folla che rincorre Gesù, a prima vista, appare come un ostacolo al desiderio del Signore (“venite in disparte, voi soli”). Per Gesù, invece, questa situazione si trasforma in momento di insegnamento rivolto ai discepoli e in salvezza donata alla folla.
“Erano come pecore che non hanno pastore”
Lo sguardo di Gesù, pieno di amore, percepisce lo smarrimento di quelle persone: con la loro vita, avevano imboccato strade senza una guida e senza una meta (“come pecore che non hanno pastore”).
Sono persone alla ricerca affannosa, ma distorta, di un senso per la vita; persone che non trovano più un senso per la vita, ma non cercate più da nessuno. Non capita forse di vivere la stessa esperienza, guardando dentro di noi e attorno a noi?
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla” (salmo responsoriale).
Gesù “rivela agli uomini la compassione di Dio e reca il dono della riconciliazione e della pace” (colletta).