XVII Domenica del Tempo Ordinario (25/7/2021)


XVII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture dell’XVII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

A partire da oggi, per quattro domeniche, la liturgia ci fa passare dall’ascolto del vangelo di Marco, a quello di Giovanni (cap. 6). Può aiutare la nostra riflessione ricordiamo la conclusione del Vangelo di domenica scorsa: “Vide una grande folla; ebbe compassione di loro, perché erano come pecore senza pastore”.

“Gesù passò all’altra riva del mare e lo seguiva molta folla. Gesù salì sul monte. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei”

Tutti questi particolari ci riportano all’evento dell’Esodo, Pasqua della Prima Alleanza. L’Esodo pasquale che viene realizzato da Gesù è il passaggio alla Nuova Alleanza, alla salvezza definitiva. La Pasqua dei Giudei ricordava e celebrava il passaggio dalla schiavitù alla libertà; la missione di Gesù è farci passare dall’essere schiavi all’essere figli di Dio. È il ritorno alla pienezza di vita smarrita nel peccato (originale e attuale); la fame è il segno tremendo di quello che produce in noi la rottura del rapporto con Dio (figli/Padre) e il ritrovarci abbandonati a noi stessi.

C’era molta gente in quel luogo”

Torna alla mente, domenica scorsa, Gesù Buon Pastore che prova compassione della folla. Anche qui è Gesù che si accorge del bisogno di quella gente.

“Dove potremo comprare il pane? Gesù diceva così per metterlo alla prova”

Gesù comincia a provocare i suoi apostoli; li tenta per verificare con quale mentalità essi lo stanno seguendo: quella dei figli di Dio, o quella terrena del “comprare/vendere/avere/possedere? Filippo e Andrea devono anzi tutto capire che la soluzione del problema non è nelle loro mani. Filippo pensa che il denaro sia l’unica soluzione. Andrea sembra un passo più avanti: pensa a una soluzione che passa dalla solidarietà; ma gli pare insufficiente.

Questa situazione si trasforma in “segno” per un nuovo Esodo. Bisogna, prima di tutto, arrivare alla liberazione da se stessi, accogliendo Gesù: solo superando la paura che rende egoisti, preoccupati di salvarci da soli, accumulando beni materiali. È la nostra vita che deve essere messa in mano al Signore; allora possiamo entrare con Lui nella mentalità del dono: la vita non si compra e non si vende: va donata!

“Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede”

Gesù “rende grazie”: quello che siamo è dono dell’amore del Padre. Ciò che è dono, va condiviso, distribuito: allora basta e ne avanza.

Siamo chiamati a rinnovare questo “segno” ogni volta che celebriamo l’Eucaristia. Nell’Offertorio benediciamo il Signore, riconoscendo il rapporto tra la nostra vita di figli e Dio nostro Padre. Nella Consacrazione scopriamo che la nostra vita, unita a quella del Figlio Gesù, è trasformata in vita da figli. Nella Comunione accogliamo riconoscenti la possibilità che questa vita da figli sia nutrita e alimentata dal Signore Gesù.

“Venivano a prenderlo per farlo re”

La folla non riesce a capire il segno; pensa di aver trovato in Gesù una soluzione spicciola ai bisogni materiali. Capita anche a noi: ci viene più spontaneo preoccuparci di soddisfare le nostre necessità materiali, piuttosto che affrontare la fatica di questo “esodo” che conduce a riconoscere in Gesù la grazia di Dio che vuole saziare “ogni fame del corpo e dello spirito” (colletta) e trasforma la nostra vita.