Le letture della XVII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Avviene ogni tre anni, quando ascoltiamo il Vangelo secondo Marco: a questo punto dell’anno la lettura si interrompe; per cinque domeniche ci viene proposto il sesto capitolo del Vangelo secondo Giovanni. È quello in cui Gesù si propone come “Pane di vita”: fa riferimento a quella fame di significato e di pienezza che travaglia l’esistenza umana di tutti noi.
Al termine dei quaranta giorni nel deserto, Gesù ha fatto l’esperienza della fame: anche di questa fame che riguarda il corpo e lo spirito; per questo riconosce in noi quella fame che lui è venuto a saziare, diventando il Dio-con-noi.
“Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui” (vangelo)
S. Paolo, nella Lettera ai Romani, ha parole toccanti per descrivere questo rapporto tra Gesù e noi: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” Tutto questo è la nostra “fame”; Gesù non resta impassibile di fronte a questo nostro bisogno di salvezza.
“Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Diceva così per metterlo alla prova” (vangelo)
L’apostolo Filippo si limita a dire quello che non hanno; Gesù chiede ai discepoli quello che hanno: chiede un coinvolgimento diretto, a partire da quel poco di cui disponiamo.
Papa Francesco, commentando questo vangelo, dice: “Sarebbe bello chiederci ogni giorno: Oggi che cosa porto a Gesù?” Gesù ci chiede di portargli tutto, anche quello che ci sembra insignificante; è con questo “poco” che Gesù darà da mangiare a tutti.
In un altro commento, leggevo: “La fame nel mondo non dipende dal fatto che manca il pane, ma dal fatto che il pane non è condiviso”. La logica del dono è completamente diversa dalla nostra: noi cerchiamo di aggiungere, di accumulare; noi vogliamo moltiplicare, non dividere. A questo vangelo noi diamo il titolo “Moltiplicazione dei pani”; nel vangelo non c’è il verbo “moltiplicare”. Il vero miracolo di Gesù è la condivisione, la divisione di quello che c’è.
Alla fine, la folla non ha capito! Gesù vorrebbe che capissimo: quella fame è il segno di un bisogno di salvezza più totale e più profondo. Gesù vorrebbe poter dire a ciascuno di noi: “Ti manca il pane? Io mi farò Pane per te; ti manca l’acqua? Io mi farò Acqua per te; ti manca vita? Io sfiderò la morte per te”.
“Perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito” (colletta)