Le letture della XVII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Avete compreso tutte queste cose?” (vangelo)
Con le “parabole del regno”, nel vangelo di Matteo, Gesù ci ha parlato di Dio, di noi, di quel rapporto tra Dio e noi che è la vita cristiana.
“Venga il tuo regno”.
Il “regno di Dio”, quello che Gesù ci ha insegnato a invocare nella preghiera del Padre nostro, è la consapevolezza di come Dio guarda a noi, alla nostra vita; di come Dio ha pensato l’uomo, il mondo, la storia degli uomini.
“Gli risposero: <Sì>” (vangelo)
Una risposta impegnativa, che forse non possiamo fare nostra in modo così perentorio. Possiamo però decidere di continuare un cammino che ci conservi in questo rapporto con Dio, mantenendolo vivo grazie alla sua misericordia che perdona e ricostruisce; oppure di intraprendere un cammino che indirizzi la nostra vita verso questo rapporto. In che modo farlo?
Le vie per incontrare Dio o lasciarci incontrare da lui sono diverse; però il vangelo di oggi ci dice una cosa certa: è necessario diventare convinti che entrare in rapporto con Dio è come “scoprire un tesoro o una perla preziosa”, perché vuol dire riconoscere il senso vero del nostro essere al mondo; per ottenere questo risultato, vale la pena di “vendere tutti i nostri averi per comprare il campo dov’è il tesoro o la perla di grande valore”.
Vivere il senso di questa pienezza e la bellezza di questa appartenenza chiama in causa il nostro cuore: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. Il nostro cuore batte e palpita per qualcuno o qualcosa che lo seduce (“conduce a sé).
Ci sono esperienze umane che (almeno in teoria!) potrebbero illuminarci: esperienze in cui non si può tenere tutto; bisogna decidere cosa lasciare; essere disposti a rischiare di perdere tutto per conservare ciò che è veramente prezioso. Il rischio non riguarda solo la fede; fa parte anche della vita quotidiana: pensate all’amore umano, da cui nasce una coppia; pensate allaesperienza educativa. Il rischio ha il suo fondamento nella fiducia: questo vale per la vita umana e vale per la fede.
Vi sono molti modi di vivere la fede. Si può credere per abitudine (sempre meno, non vi pare?). Si può credere perché la visione cristiana della vita pone buoni principi alla base della vita (anche questo sempre meno?). Si può credere nei momenti di difficoltà, pensando che Dio possa e debba aiutarci (una specie di assicurazione sulla vita?).
Se queste sono le uniche ragioni per la nostra fede, forse non stiamo mettendo in gioco il nostro cuore: non stiamo rinunciando a nulla, non stiamo sacrificando nulla, non abbiamo scoperto il tesoro o la perla. Solo se abbiamo “compreso con il cuore”, solo allora crediamo nella parola di Dio: ci fidiamo di Lui e del suo Vangelo.
“Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda” (prima lettura)
“Concedi al tuo servo un cuore docile, che sappia distinguere il bene dal male”.
Dio gli disse:<Poiché non hai domandato per te molti giorni, né domandato per te ricchezza, ti concedo un cuore saggio e intelligente>”.
Il re Salomone è rimasto famoso per la sua sapienza.
Noi che cosa chiediamo a Dio?
“O Padre, fa’ che tra le cose del mondo sappiamo apprezzare il valore inestimabile del tuo regno”, per dare sapienza alla nostra vita (colletta).