Le letture dell’XVIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Voi mi cercate non perché avete visto dei segni”
Il segno del pane distribuito per saziare la fame della folla (vangelo di domenica scorsa) è stato frainteso, non compreso: la folla “è stata frettolosa” e perciò non ha capito.
La riprova di questo è nella “ricerca di Gesù” da parte della gente. L’evangelista Giovanni, per descrivere questo cercare, usa un verbo che contiene già un significato negativo: “cercare per i propri interessi, sapendo già cosa si vuole trovare”; così, in fondo, capita che non stiamo mai cercando Gesù così come Lui desidera rivelarsi, essere trovato e accolto. In questa ricerca c’è qualcosa di ambiguo, di non sincero.
Il “segno”, nelle intenzioni di Gesù, dovrebbe aiutarci a cominciare a capire che la nostra vita umana nasce, diventa vera nel suo significato e si nutre in relazione a Lui; invece noi lo cerchiamo (quando va bene!) se e quando ci serve, per la sua utilità sociale, politica, economica, culturale, religiosa (ma non di fede!); capita anche di peggio: non lo cerchiamo neanche più, ci risulta ininfluente per la nostra vita. Anche noi (battezzati, nati dalla comunione con Lui) ci sottraiamo a una vita di comunione con Lui.
“Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’Uomo vi darà”
“Che cosa dobbiamo compiere?”
“Dimmi cosa pretendi che io faccia, quale prezzo devo pagare”. Siamo al punto che questo potrebbe sembrare un grosso risultato pastorale per la vita di una comunità cristiana. Ma Gesù ha compiuto il “segno” per uno scopo ben diverso: non si tratta di “fare qualcosa in più”; si tratta di entrare in un rapporto stabile perché radicale (sponsale, filiale) con Lui, perché Lui è “vita da figlio”, Lui è “nutrimento per questa vita”. “Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.
E’ un passaggio decisivo: non è che io faccio qualcosa e così mi avvicino a Dio; è Dio che nel Figlio fatto Uomo si è avvicinato alla mia vita tanto da diventare vita per me e nutrimento per questa vita: vita donata e accolta (o non accolta!).
Questo “passaggio” avviene nella Pasqua di Gesù e raggiunge la mia vita nei Sacramenti. Questo “passaggio” salva la mia vita.
Non ricordo se è avvenuto tre o sei anni fa. Sono rimasto profondamente colpito dalla prima strofa del Salmo Responsoriale scelto per la Messa di questa domenica: colpito dalla sua bellezza essenziale nel delineare la vita di un cristiano; colpito dalla consapevolezza di quanto siamo lontani, nella nostra comunità cristiana, dal vivere così la fede.
“O Dio, risveglia in noi il desiderio della tua parola, della tua vita.”