XX Domenica del Tempo Ordinario (18/8/2024)


XX Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (vangelo)

Per giungere con il cuore e i sentimenti “giusti” davanti al Sacramento dell’Eucaristia, fermiamoci ancora un momento davanti a questa “carne per la vita”: è carne nel senso più umano della parola; è Gesù in carne e ossa.

Come avviene per ciascuno di noi, così è stato anche per Gesù: la sua carne (corpo e sangue) ha espresso e rivelato la sua personalità, il suo modo di essere e di vivere, di entrare in relazione con gli altri. Le persone che si avvicinavano a Gesù avevano solo “la sua carne” per incontrarlo, riconoscerlo e entrare in rapporto con lui “per la vita”.

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”

Questo intendeva Gesù con il “segno” della condivisione del pane: invitava a fare come lui, a fare nostra la sua umanità e i suoi sentimenti, le sue emozioni (dimorare).

“Colui che mangia di me, vivrà per me” (vangelo)

La sua carne è stata pane che ha nutrito la nostra carne donandole senso, consolazione, perdono, speranza: donandole vita; fino a “dimorare” a “rimanere”: lui nella nostra carne, noi nella carne del Figlio di Dio.

“Si misero a discutere aspramente” (vangelo)

Eccoci al bivio: discutere, o accogliere con gioia e riconoscenza? Metterci di fronte all’annuncio di questo dono come chi è “inesperto di vita” eprivo di senno” (prima lettura), oppure metterci di fronte al dono di questa “carne” come a uno scandalo inaccettabile, bestemmia riguardo a Dio? Queste parole di Gesù sono la rivelazione definitiva di Dio: da accogliere o da rifiutare.

Conoscete la parola “bigotto”, vero? Ho scoperto che deriva da un’espressione in lingua tedesca: significa “per Dio”; dunque non è un’offesa, come vorrebbe chi la usa. Però ci porta davanti a un’altra domanda: pensi che la qualità del tuo rapporto con Dio dipenda da “quello che tu fai per lui”, o dipenda dal riconoscere e accogliere “quello che lui fa per te”? Perché se crediamo che per far giungere la Grazia nella nostra vita dobbiamo portare a Dio i nostri meriti, allora sei “bigotto”; allora non è Grazia: è ricompensa.

Chiediamo di sentirci così affamati di vita, da poter apprezzare e ringraziare Gesù che ci dice: “Prendete e mangiate; prendete e bevete: è il mio corpo, il mio sangue, la mia vita la mia carne per la vita del mondo”.