XXI Domenica del Tempo Ordinario (21/8/2022)


XXI Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XXI Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Signore, sono pochi quelli che si salvano?” (vangelo)

Io non so che effetto faccia a voi questa domanda. A me sembra addirittura brutale, nella sua immediatezza: rimette in gioco ciascuno di noi, nessuno escluso. Spero che la domanda faccia effetto, almeno un po’, anche a ciascuno di voi: perciò vado avanti nella riflessione.

Nelle letture che abbiamo ascoltato, la domanda trova due risposte: in apparenza contrastanti, in realtà complementari.

La prima risposta è ben riassunta dal ritornello al Salmo Responsoriale: “Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore”. È una risposta consolante. Per bocca del profeta Isaia, alla domanda, Dio risponde: “Io vorrei che tutti si salvino!”

“Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria” (prima lettura). Oibò! Proprio tutti? Allora non siamo autorizzati da Dio a pensare a muri, recinti e sbarramenti?

Continua: “Io porrò in essi un segno (sarà magari il nostro Battesimo?) e manderò i loro superstiti (non tutti i battezzati?) alle popolazioni che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi (cioè noi?) annunceranno la mia gloria a tutte le genti” (che coraggio: continua a fidarsi di noi!). D’altronde la sua fiducia è arrivata fino a mandare il Figlio! Hanno fatto questa domanda a Gesù “mentre era in cammino verso Gerusalemme”, verso il dono della sua vita: fra poco diremo “per voi e per tutti”.

La seconda risposta è più preoccupante: non riguarda più le scelte di Dio; riguarda le nostre scelte.

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta” (vangelo). Dunque l’ingresso non è automatico, non è garantito: occorre sforzarsi! Dunque l’ingresso non è così facile: la porta è stretta!

“Molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (vangelo). Neanche quelli che potranno dire a Dio: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza” (la Messa!) e tu hai insegnato nelle nostre piazze” (l’ascolto della Parola di Dio!). D’altronde, non è così scontato poter dire questo a Dio, vero?

Da una parte “la gloria del Signore”: una salvezza che si rivela come possibilità di dare un significato pieno alla nostra vita, quella presente e quella futura. Dall’altra parte “pianto e stridore di denti”: fallimento della vita per chi è rimasto fuori (”cacciati fuori”) dal Regno di Dio, dal rapporto con Lui.

Se siamo rimasti chiusi fuori, non diamo la colpa alla porta troppo stretta. Una volta, visitando un convento, le porte delle celle dei frati mi sembravano piccole. Allora ho chiesto a chi ci accompagnava: “Ma i frati erano tutti così piccoli?”. Risposta: “No, ma così, ogni volta che si chinavano per entrare, si ricordavano l’umiltà”.

La seconda lettura di oggi, però, ci dona una consolazione:

“Non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da Lui: perché il Signore corregge colui che ama e riconosce come figlio”.