XXIX Domenica del Tempo Ordinario (17/10/2021)


XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XXIX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”
“Potete bere il calice che io bevo o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”
“Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi”

Anche oggi il Vangelo ci riporta, come discepoli, in cammino con Gesù verso Gerusalemme (la sua Pasqua): può sembrare monotono, ma in realtà è veramente necessario.

La predicazione alle folle è ormai conclusa; Gesù si dedica solo ai discepoli, dopo avere (per la terza volta) annunciato la sua Pasqua (Passione, Morte e Risurrezione). I discepoli continuano a “pensare secondo gli uomini”, a non capire, a fraintendere. C’è un modo di pensare (riguarda anche noi, vero?) che impedisce di vedere chi è Gesù, perché il Figlio di Dio si è incarnato, perché il Padre lo ha mandato: il Padre “ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio”; il Figlio, consegnandosi per la salvezza degli uomini”, rivela chi è veramente il Padre, l’amore del Padre per noi suoi figli.

In tutto il Vangelo, Gesù proclama: l’uomo che pensa e vive “secondo Dio” è come lui: vive da figlio, perché è figlio; è figlio perché ha ricevuto lo spirito da figlio, immerso, con il Battesimo, nella Pasqua di Gesù. Abbiamo ricevuto nel Battesimo/Confermazione i doni dello Spirito Santo (ricordate? Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio), ma dove sono finiti? Cosa ne abbiamo fatto? Cosa ne stiamo facendo? Continuiamo a pensare e costruire la nostra vita secondo la nostra natura umana ferita dal peccato, guidati e pressati dalla necessità di pensare e provvedere a noi stessi, nell’illusione di salvare la nostra vita ignorando il rapporto costitutivo (non accessorio!) con Dio e con il prossimo.

E’ questo il “calice da bere”; è questo il “battesimo” (l’immersione) nel quale la nostra vita deve mettere radici.

“Tra voi, però, non è così”

Gesù prende una posizione netta: brigare per affermare se stessi e consolidare il proprio potere (piccolo o grande che sia!) non salva la vita nostra e degli altri: la affossa!

Gesù è venuto “per servire e dare la propria vita”: in questo modo ha salvato la vita degli uomini. D’altronde la storia degli uomini, dall’inizio a oggi, è lì da vedere, se la vogliamo guardare alla luce del Vangelo e del nostro “passaggio dalle tenebre alla luce” (Battesimo).

A proposito di illuminazione battesimale: l’ultimo “segno” che Gesù farà prima di giungere a Gerusalemme sarà la guarigione di un cieco; ne ascolteremo il racconto nel Vangelo di domenica prossima.

Abbiamo veramente urgente bisogno che il Signore Gesù ci guarisca dalla nostra cecità, per cominciare a capire veramente cosa significa vivere da battezzati, da suoi discepoli, da cristiani.