Le letture della XXIX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Cresima e Prima Comunione
“Rendete a Dio quello che è di Dio” (Vangelo)
Nel Vangelo ci sono tre momenti in cui l’imperatore romano viene ricordato:
- la nascita di Gesù, quando Cesare Augusto emana un decreto per il censimento degli abitanti di tutto l’impero;
- la morte di Gesù, quando Cesare viene tirato in ballo dai sommi sacerdoti per convincere Pilato a condannare a morte Gesù;
- questo che abbiamo ricordato oggi, quando i farisei e gli erodiani tentano di mettere in difficoltà Gesù con la domanda: “E’ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?”.
È come se oggi, in occasione della Cresima e Prima Comunione, voi ragazzi/e chiedeste a Gesù: “Quanto mi è consentito portare via di tempo, di attenzione, di impegno, di affetto, di interesse, dal mio rapporto con Dio, per dedicami ad altro?”. Non vi pare che sarebbe triste, nel giorno in cui Dio vi dona tutto il suo amore, stare a contrattare con Lui per non concedergli troppo?
Nell’introdurre la loro domanda, i farisei e gli erodiani usano questa parola: “Sappiamo”. Dopo questi anni di catechismo, potete dire di “sapere” abbastanza riguardo a Dio? Quello che sapete è il Dio di Gesù, dei cristiani, dei battezzati? Ma poi: è proprio questione di “sapere”, oppure è questione di “accogliere”? Quanto spazio di accoglienza (di cuore!) avete messo a disposizione in questi anni perché Dio potesse riuscire a intercettare la vostra vita, a intrecciare un rapporto di Padre con voi suoi figli? Perché la risposta di Gesù nel Vangelo di oggi ci conduce in questa direzione: “Rendete a Dio quello che è di Dio”. Allora la domanda è: “Che cosa di me stesso è di Dio, che cosa devo rendere a Lui?”.
“Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?” (Vangelo)
Gesù ci chiede: “In questi anni dopo il Battesimo, hai consentito a Dio di imprimere la sua immagine sulla tua vita? Che immagine è? Dove e come è impressa? Quando siamo nati alla vita terrena, i nostri genitori hanno impresso in noi la loro immagine. Forse è capitato anche a voi di dire o sentirvi dire: “Assomigli al tuo papà; assomigli alla tua mamma”. Ma al di là dell’immagine fisica, ce n’è un’altra più importante, molto più importante: è il rapporto che si crea e diventa immagine impressa per sempre nella nostra vita: loro, genitori; noi, figli!
Nel Battesimo è avvenuta la stessa cosa per il rapporto tra Dio e noi. Lui, con tutto l’amore di cui è capace, si è dichiarato Padre: nel Figlio Gesù, morto e risorto, donandoci il suo Spirito, ci ha donato la vita da figli. Se viviamo da figli, restituiamo a Dio quello che è di Dio. Più viviamo da figli, più rispettiamo e rispecchiamo la verità e la dignità della nostra vita.
In caso contrario, viviamo come se fossimo orfani; rinneghiamo la verità: abbiamo un Padre (Dio) e non lo riconosciamo.
Oggi state chiedendo a Dio (e lo stiamo chiedendo con voi) due grazie:
- che, con la Cresima, Dio confermi in voi il dono del Battesimo, dandovi la possibilità di rinnovare la scelta di vivere non come se foste orfani, ma nella consapevolezza del vostro “essere figli” e del suo “essere Padre”;
- che, con la Prima Comunione, Dio vi dia la possibilità di nutrire con costanza settimanale la vostra vita di figli, immergendola nella Pasqua di Gesù, celebrata e rivissuta con la vostra comunità cristiana.
Preghiamo perché questi due doni, accolti nel cuore con sincerità, mettano radici e segnino indelebilmente il volto della vostra vita.