Le letture della XXV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Un uomo ricco aveva un amministratore” (vangelo)
L’evangelista Luca colloca la parabola che abbiamo ascoltato subito dopo quella della misericordia: il Padre buono, il figlio prodigo (sciupone), il figlio maggiore, incapace di gioire per quello che ha.
“Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare” (vangelo)
La parabola riguarda il futuro (la fine), ma riguarda anche il presente. Prima o poi arriva per tutti il momento in cui siamo chiamati a prendere consapevolezza di come stiamo gestendo quello che ci è stato messo a disposizione da amministrare; siamo nel bel mezzo di uno di questi momenti difficili.
Abbiamo sperperato? Abbiamo amministrato? Come abbiamo amministrato? Abbiamo costruito un sistema di vita che ha trasformato in cose di nostra proprietà quello che era un dono di cui godere prendendocene cura per conservare e condividere?
“L’amministratore disse tra sé: Che cosa farò, ora?” (vangelo)
L’amministratore sceglie di puntare sull’amicizia, di investire in umanità e in legami: ha capito che la sua salvezza dipenderà da questo!
“I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce” (vangelo)
Sarebbe “scaltrezza”, secondo Gesù, riuscire a mettere nel nostro rapporto con Dio la stessa passione che mettiamo nel gestire le cose di questo mondo. Il Signore vorrebbe vedere in noi (“figli della luce”) la capacità di considerare i beni materiali non come realtà conquistate e da custodire gelosamente, ma come strumenti per costruire e vivere relazioni; magari incominciando dal non erigere muri di protezione per impedire ad altri di accedere a fare parte di quanto abbiamo ricevuto e amministrato.
“Il padrone lodò quell’amministratore disonesto” (vangelo)
Gesù (ovviamente) non loda la disonestà dell’amministratore, ma la prontezza con cui egli decide come affrontare la nuova e difficile situazione della sua vita. L’amministratore è pronto nel capire che a salvarlo sarà la sua capacità di donare: comincia a con-donare; potremmo anche dire “a perdonare”. È come se Gesù dicesse: “Fatti carico della felicità degli altri e Dio si farà carico della tua felicità, in eterno.
Alla fine è in gioco il rapporto tra presente e futuro, tra il tempo e l’eternità. Il Cardinal Martini scriveva: “Ricercare e ostentare ricchezza, potere, sicurezza, salute, attivismo, sono tutti espedienti per esorcizzare e mascherare l’angoscia per il tempo che ci sfugge dalle mani”.
“Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati” (2° lettura)
Tutti abbiamo la possibilità di cambiare, di camminare verso una vita piena di significato: una vita in cui diventare amministratori misericordiosi, capaci di condonare e disposti a farlo.