XXV Domenica del Tempo Ordinario (19/9/2021)


XXV Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XXV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea”

Siamo all’inizio della salita di Gesù verso Gerusalemme: nel vangelo di Marco, è l’unica compiuta da Gesù; lì vivrà la sua Pasqua.

“Insegnava ai suoi discepoli e diceva loro. <Il Figlio dell’Uomo viene consegnato>… Essi però non capivano”

I discepoli non comprendono perché sono ancora animati da una mentalità “mondana”, che impedisce di capire Gesù. Per entrare in sintonia con il Cristo e il suo pensiero, ci vuole prima di tutto la disponibilità ad accogliere la sua novità, un modo nuovo di pensare; chi è convinto di avere già trovato una sapienza per la vita o di averne già a sufficienza, non capisce cosa farsene.

I discepoli sono ancora fermi ad interrogarsi su “chi sia il più grande”: per questo tacciono; non hanno domande da fare a Gesù. È proprio un abisso quello che separa il Signore dai suoi discepoli (da noi!). Gesù ha nel cuore la consapevolezza di ciò che lo attende e darà senso alla sua vita: non c’è amore senza consegnarsi, non c’è vita senza donarsi; vuole far partecipi di questa sapienza coloro che hanno deciso di seguirlo; Lui si consegna volontariamente, trasformando propria morte in un dono.

Questo “consegnarsi” è la chiave per entrare a comprendere la Pasqua di Gesù, ma anche la nostra Pasqua: quella che inizia con il Battesimo e attraversa la nostra vita per condurla all’eternità; prima ancora che un “modo di morire”, Gesù ha scelto un “modo di vivere”.

I discepoli (e noi con loro!) fanno fatica a comprendere: noi “consegniamo noi stessi” solo se e quando ci sono braccia disposte ad accoglierci; altrimenti preferiamo una specie di “part-time del consegnarsi”: se e quando diventa troppo faticoso o poco gratificante, siamo pronti a rimetterlo in discussione (o addirittura a interromperlo).

S. Pio da Pietrelcina diceva: “Tutti vengono qua per farsi togliere la croce; nessuno per imparare a portarla”. E’ questa la difficoltà che finisce per convincerci di essere già sulla strada giusta e di poter continuare imperterriti a coltivare le nostre convinzioni; non sappiamo cosa farcene del Vangelo di Gesù.

Ma Gesù ci ama con pazienza fedele; continua a chiederci di andare al di là dei nostri orizzonti umani: banali, anche se così diffusi.

“Preso un bambino, lo pose in mezzo e, abbracciandolo, disse loro: <Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me>”.

Per fare posto a Dio nella nostra vita, non è necessario fare cose strane; Dio si trova nelle vicende comuni dell’umanità, anche (e soprattutto) in quelle oscure e dolorose: facendosi uomo, Dio ha deciso di abitare lì.

Possiamo accogliere Gesù come Figlio di Dio e offrire la nostra vita a Dio, accogliendo le vicende umane, nella vita concreta l’uno dell’altro.