XXV Domenica del Tempo Ordinario (24/9/2023)


XXV Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XXV Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Il regno dei cieli è simile a…” (vangelo)

E’ una formula che conosciamo già: ci ha accompagnato per alcune domeniche di quest’anno. Oggi ci riconduce, in particolare, a ricordare e celebrare con gioia condivisa il rapporto con la grazia di Dio che (anni fa!) è stato posto a inizio e fondamento della vita familiare di alcune coppie: il Sacramento del Matrimonio.

Abbiamo ascoltato una parabola sconcertante: almeno secondo i nostri criteri di giudizio; almeno dal nostro punto di vista. Possiamo partire proprio da qui: Gesù ha lo scopo di rivelarci il Padre, il suo comportamento nei nostri confronti, il dono di grazia e di salvezza che guida Dio a cercarci per tutto il tempo della nostra vita qui sulla terra (“ad ogni ora”).

“I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (prima lettura)

Una prima riflessione e due domande. Questo annuncio di Gesù ci conduce con la nostra vita di fronte a un Dio che pensa diversamente da noi. Ci rendiamo veramente conto che a salvare la nostra vita è questa chiamata di Dio a “lavorare nella sua vigna”, cioè a progettare e costruire la nostra vita in rapporto con Lui? Siamo disposti a rimettere in discussione i nostri criteri di valutazione e di giudizio riguardo alla vita, per accogliere quelli di Dio e avvicinarci il più possibile ai suoi criteri?

“Gli ultimi saranno primi e i primi ultimi” (vangelo)

Una seconda riflessione. Troviamo questa affermazione all’inizio e alla fina della parabola. È un’affermazione che rovescia le posizioni e le gerarchie di valori sulle quali noi costruiamo la nostra vita e i nostri rapporti: Dio ha un metro diverso dal nostro; ha un senso della “giustizia” diverso dal nostro.

Naturalmente sarebbe ingenuo (sciocco?) pensare che questo “metro” debba essere usato nello stabilire compensi giusti nel mondo del lavoro! La parabola vuole portarci allo scoperto su un punto importante: i “primi” mormorano contro il padrone; lo ritengono ingiusto, anche se, in realtà, egli li sta trattando secondo quanto promesso; non capiscono e non accettano che Dio sia misericordioso.

Questa proclamazione della misericordia di Dio, della sua grazia, porta gioia nel nostro cuore (quanto bisogno ne abbiamo anche noi!)? Oppure ci trova incapaci di capirla e di chiederla con insistenza anche per noi?

“Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?” (vangelo)

Come comportarci di fronte alla misericordia di Dio? Pretendere che vengano rispettate le differenze in base ai meriti? Oppure provare gioia, perché questa grazia raggiunge ciascuno di noi là dove siamo con la nostra vita? E noi, dove ci collochiamo? Tra i primi o tra gli ultimi?

“O Padre, concedi a noi la gioia di scoprirci operai nella tua vigna, senza contare meriti e fatiche” (colletta).