Le letture della XXVII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Accresci in noi la fede!” (vangelo)
Spesso la nostra fede è messa alla prova dall’esperienza di non sentirci ascoltati da Dio: ci sono necessità e desideri che portiamo davanti al Signore e che non trovano risposta. La nostra delusione è ancora più forte quando ci sentiamo meritevoli di una risposta.
Questa esperienza può rivelarsi provvidenziale per condurci davanti alla vera identità di Dio: ci costringe a chiederci quale idea ci siamo fatti di Dio, cosa ci aspettiamo da Lui; ci costringe a interrogarci sui veri motivi che ci spingono a coltivare il rapporto con il Signore. Dobbiamo imparare a entrare nella “logica della gratuità”.
“Siamo servi inutili” (vangelo)
La traduzione per me più convincente di questa espressione (quella che amo di più) dice: “Siamo soltanto servi; siamo semplicemente servi”. “In-utili”, nel senso che nel rapporto con Dio non cerchiamo il nostro “utile”. Dio, per noi, non è più un padrone da cui attendiamo la ricompensa, ma un padre che provvede a quello che è necessario per noi. Questa gratuità nel rapporto con Dio la viviamo come rapporto di amore e si riverbera nel rapporto con gli altri: ciascuno si dona per il bene dell’altro.
Invece rimane forte in noi la tentazione di proiettare su Dio quelle “relazioni di potere” che si creano tra noi e diventano spietate: danno origine a tanta sofferenza! È vero: siamo tutti nelle mani di Dio; ma, per fortuna nostra (per grazia!) Dio non è così.
“Arare…pascolare il gregge” (vangelo)
Quando l’evangelista Luca riporta queste parole di Gesù, probabilmente ha davanti agli occhi coloro che nella comunità rivestono ruoli di responsabilità: nella comunità ecclesiale, il prete; nella comunità civile, i politici; nella comunità familiare, i genitori; nei rapporti in generale, chiunque di noi. Allora “arare” rimanda all’immagine di chi semina; “pascolare” ricorda l’azione di chi è chiamato a custodire e accompagnare un gregge: sono immagini di chi è chiamato a governare, di chi è responsabile del prendersi cura di una comunità umana.
Coloro che hanno riconosciuto per sé questa chiamata di Dio (preti, governanti, genitori, ecc.) possono essere preda di una tentazione: attendersi di essere ripagati, almeno con soddisfazioni. Ecco perché è bella e necessaria (e da ripetere frequentemente!) l’invocazione che è all’inizio del vangelo di oggi: “Signore, accresci in noi la fede!”.