Le letture della XXX Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Gesù partiva da Gerico”
Il Vangelo di oggi ci conduce all’ultima tappa del cammino verso Gerusalemme (verso la Pasqua) insieme a Gesù. Gerico, con la sua realtà geografica (250 metri sotto il livello del mare), ha un profondo valore simbolico; rappresenta l’umanità nella sua condizione miserevole: Bartimeo, il cieco, siede per terra a mendicare salvezza. Gesù riparte proprio da lì per la Pasqua della Nuova Alleanza, come se fosse un nuovo Esodo per chi è diventato incapace di vedere in Lui il Salvatore e di accogliere la sua salvezza.
Nel cieco Bartimeo sono rappresentati i discepoli come ce li ha fatti conoscere il Vangelo delle scorse domeniche: incapaci di riconoscere la vera identità di Gesù (“Voi chi dite che io sia?”) e di capire e seguire le scelte di vita del loro Maestro. Anche a Bartimeo Gesù fa la stessa domanda che aveva fatto a Giacomo e Giovanni (“Che cosa vuoi che io faccia per te?”); è la risposta a fare la differenza.Alla fine sarà proprio lui (il cieco guarito) a “seguirlo lungo la strada” come vero discepolo; gli altri (almeno per ora!) continueranno a seguire le proprie idee e i propri progetti di vita.
“Rabbunì, che io veda di nuovo!”
Bartimeo non era nato cieco: aveva visto la luce (come noi nel Battesimo); però si ritrova a non vedere più il senso della sua vita, a mendicare qualcosa che lo trattenga dalla disperazione e lo aiuti a sopravvivere (che è ben diverso da vivere!).
Accade a ciascuno di noi, prima o poi: esperienze che non avevamo messo in conto, in cui emerge la nostra povertà di creature che cercano un senso per la vita con tutte le loro forze, fino a sfinirsi… e senza riuscirci. Abbiamo bisogno anche noi di riconoscere la Grazia del “Passaggio di Dio (Pasqua) nella nostra vita”.
La presenza del Signore Gesù può fare la differenza: le nostre tenebre (la nostra cecità) possono essere rischiarate dalla luce del suo passaggio; dobbiamo tornare a desiderare, sollecitare e cogliere il sostare di Gesù nella nostra vita.
“Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”
Il mantello era prezioso per Bartimeo: rappresentava tutto ciò che era e che aveva, fino a quel momento; Bartimeo si libera proprio di questo: si libera da se stesso, lascia che Gesù lo liberi da se stesso.
Chiediamo di conoscere anche noi la Grazia del passaggio di Dio nella nostra vita: è Grazia grande (che salva!), fondamentale per dare senso alla nostra vita; abbiamo bisogno che questa esperienza di fede si ripeta e ritrovi continuità nella nostra vita. La grazia della guarigione è piena solo se avremo il coraggio di “balzare in piedi”, senza temere di mettere i nostri passi dove li mette il Signore Gesù: come veri discepoli.
Però c’è un “mantello da lasciare”: rappresenta tutto ciò che ci illude di proteggere e tutelare la nostra vita, ma ci impedisce di riporre la nostra fiducia (fede!) in Gesù, di conservare un cuore disponibile nei suoi confronti e di dare costanza al nostro cammino di credenti.