Le letture della XXXII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
In tutta sincerità, non mi è stato facile riflettere sulle letture della Parola di Dio che abbiamo ascoltato oggi. Alla fine ho scelto di proseguire in questa domenica la riflessione iniziata in occasione della Festa solenne di tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. D’altra parte (a me sembra) al centro della Parola proclamata oggi ci sono le esperienze della morte e della fede con cui guardare a questa realtà.
“Si avvicinarono a Gesù alcuni Sadducei, i quali dicono che non c’è risurrezione” (vangelo)
È una affermazione molto chiara, vero? Ci sono due modi di guardare la morte: il primo ci conduce a pensarla e a viverla drammaticamente come la fine di tutto, il limite di un’esistenza che rischia di essere svuotata di senso proprio dalla sua fine; il secondo ci chiama a pensare e a vivere la morte come una soglia da attraversare per entrare in un’esperienza di vita che dura per sempre.
I Sadducei sono ricchi proprietari terrieri, persone che vivono radicate nel loro benessere: quello che conta e che vale è qui, è adesso; dopo la morte non c’è nulla! La mentalità dei Sadducei si ritrova molto presente (almeno come tentazione!) in quella contemporanea, nella nostra. Rischiamo di essere anche noi così: persone attaccate alle loro cose, incapaci di pensare in prospettiva di dono; ci illudiamo di possedere; tratteniamo, invece di dare. Dimentichiamo che questa nostra vita è un dono e la confondiamo con un possesso. Forse apparteniamo anche noi alla categoria di chi professa un cristianesimo senza risurrezione, una fede che ha come unico orizzonte i nostri giorni qui sulla terra; facciamo fatica a credere che la fede nella risurrezione possa dire qualcosa alla nostra vita qui e ora.
“Sono figli della risurrezione; sono figli di Dio” (vangelo)
Il Signore Gesù ci ha insegnato e donato un modo nuovo di pensare alla vita: lo ha fatto con la Parola (vangelo) e con il dono di sé, nella Pasqua.
“Da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati” (1° lett.)
I sette fratelli Maccabei (prima lettura), con la loro fede, anticipano questo modo nuovo di pensare la vita, la morte e la risurrezione.
“Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto” (salmo)
La nostra vita umana di figli di Dio è iniziata con il Battesimo e non finirà più; dal fonte battesimale è cominciata la vita eterna. Vivremo in modo pieno e definitivo il rapporto di amore con Dio e con il prossimo, così difficoltoso e così discontinuo nella nostra vita qui sulla terra.
Chiediamo con umiltà al Signore: “Concedi che la parola della nuova alleanza, seminata nei nostri cuori, germogli e porti frutti di opere buone per la vita eterna” (colletta).