Le letture della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Siamo giunti ormai alla fine di questo Anno Liturgico: domenica prossima è la Festa Solenne di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo (anche se per noi coincide tradizionalmente con la Festa Patronale di S. Caterina).Il disegno che ci propone il foglietto e la Parola che abbiamo ascoltato alimentano “l’immagine di un mondo avviato verso la sua fine e sul quale il Signore pronuncia il suo giudizio”.
Come sempre, nella Parola di Dio c’è molta verità sulla nostra vita umana: su di noi; su come stiamo costruendo (o distruggendo?) la vita del mondo e dell’umanità che lo abita; su come stanno velocemente scomparendo gli insegnamenti, i valori che illuminavano (come sole e luna) la nostra vita, fino a renderla immagine di una cultura cristiana. Il messaggio cristiano è lentamente (ma inesorabilmente!) diventato insignificante: i tempi liturgici e le feste perdono il loro significato cristiano; i comportamenti e le scelte di vita non rispecchiano più un’etica di convivenza ispirata ai valori cristiani. Questa analisi vi sembra pessimista o realista?
Comunque l’annuncio (la Buona Notizia) di oggi non è questo! La realizzazione storica del cristianesimo che conoscevamo sta passando, ma il Vangelo resta e ci porta ancora (un’altra volta!) la novità di Dio.
“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (vangelo)
Queste domeniche conclusive dell’Anno Liturgico ci conducono a scoprire che il Signore traccia nuovamente il cammino della salvezza per noi e per l’umanità: nel segno dell’attesa (Avvento); per un nuovo cammino di conversione che “conduce alla vita eterna” e “preserva dalla vergogna per l’infamia eterna” (prima lettura).
“Quanto al giorno e all’ora, nessuno lo sa: né gli angeli, né il Figlio; soltanto il Padre” (vangelo)
La missione di Gesù non è svelare “il giorno e l’ora”; è accompagnarci nell’attesa, nel cammino verso la meta. Il segreto di Dio (lo sappiamo) Gesù lo chiama “Regno”: è una presenza, una certezza; è Dio che tocca la nostra vita. Gesù ci dice: “Lasciati toccare e incontrare; vagli incontro!”.
“Imparate dalla pianta di fico” (vangelo)
Riscopriamo anche noi il germoglio di vita nuova presente nel Vangelo; ricominciamo ad attendere con desiderio questo incontro con Dio venuto a salvare la nostra vita; viviamo come chi sta andando incontro al Signore che viene.
Il Vangelo non sta alle nostre spalle; ci sta davanti per costruire il futuro nostro e delle nuove generazioni; alimenta la nostra speranza; è ancora l’avvenire dell’umanità.
“O Dio, accresci in noi la fede, ravviva la speranza, rendici operosi nella carità, mentre attendiamo la gloriosa manifestazione del tuo Figlio”.