XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (13/11/2022)


XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Io vi darò parola e sapienza” (vangelo)

“Parola e sapienza” per che cosa? La prima lettura e il vangelo di oggi ci conducono dentro il “discorso escatologico”, utilizzando il “linguaggio apocalittico”. Il discorso escatologico riguarda i momenti finali della storia, quelli che preannunciano la fine; potremmo chiamarlo il tempo della crisi, del giudizio critico.

Il tempo della crisi è un tempo apocalittico: tempo che rivela e porta in evidenza la verità. Quando siamo nella crisi, rimaniamo allo scoperto: non possiamo più mascherare (come riusciamo a fare nei momenti propizi) la nostra povertà; la crisi riporta a galla in noi paure ed egoismi: siamo tentati di pensare prima di tutto a noi stessi; dimentichiamo il bene comune; diventiamo calcolatori per salvaguardare noi stessi.

Nei periodi di crisi è persino difficile che la politica si preoccupi del bene comune (dovrebbe essere il suo compito principale!); noi pretendiamo soluzioni facili e immediate: i politici lo sanno e approfittano di questa nostra debolezza. Ho ritrovato questo esempio, per spiegarmi meglio: mentre il Titanic stava affondando, l’orchestra continuava a suonare, per distrarre le persone da quello che stava avvenendo.

In tempi di crisi, vorremmo ascoltare “una musica piacevole”, piuttosto che essere condotti a prendere coscienza di quello che sta accadendo. Dio, proprio perché ci ama, non ci tratta così: ci dona “parola e sapienza” per affrontare il tempo della crisi.

“Prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno” (vangelo)

Quando Luca scrive il testo che abbiamo ascoltato, la comunità cristiana sta già vivendo il tempo della crisi: le persecuzioni, la distruzione del tempio a opera dei Romani.

Anche noi siamo chiamati oggi ad ascoltare queste parole, pensando al nostro presente. Basterebbe (ce n’è d’avanzo!) la cronaca di questi giorni: crisi climatica, crisi energetica, crisi migratoria (mi ha sconvolto sentire chiamare “carico residuale” i migranti a cui si negava lo sbarco: neanche fossero merci o rifiuti!), terremoti, pestilenze, ingiustizie, guerre, comportamenti incivili di adolescenti (a scuola e in giro per le città).

Quale “parola e sapienza” ci dice Gesù a questo proposito?

“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta” (vangelo)
“Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (vangelo)

Dio ha a cuore la nostra esistenza in generale (siamo suoi figli!), ma soprattutto le nostre difficoltà. Ci invita a non identificare il valore della nostra vita con quello che riusciamo a realizzare con successo; a scoprire (come diceva S. Francesco) che “l’uomo vale quanto vale davanti a Dio; nulla di più”.

Dopo di noi, non resta l’opera delle nostre mani; rimane l’amore che ha dato motivazioni alle nostre azioni, ha guidato le nostre intenzioni e animato i nostri gesti.

“Molti verranno nel mio nome, dicendo «Sono io». Non lasciatevi ingannare; non seguiteli” (vangelo)
“Con la vostra perseveranza, salverete la vostra vita” (vangelo)

A mettere in salvo la nostra vita non sarà “il messia di turno”, o chissà quale “segno dal cielo”. La perseveranza; la pazienza. Perseveranza (oggi va di moda “resilienza”) significa letteralmente “rimanere sotto il peso”, sostenere, sopportare. La perseveranza, la pazienza, sono lo stare di fronte a questo manifestarsi della crisi continuando a riaffermare la nostra disponibilità a metterci in gioco appoggiati alla Parola di Dio, nostro Padre, e sostenuti dallo Spirito Santo: come ha fatto Gesù, il Figlio di Dio.

A salvare la nostra vita sarà la scelta di attraversare la storia fidandoci dell’amore fedele di Dio e della sua promessa.